Sono arrivata a Matera in una calda mattina di giugno dello scorso anno, con un sole splendente che rifletteva la sua luminosità sui Sassi, un libro di storia nel quale mi sono subito immersa.

Non c’ero mai stata prima di allora, nei buoni propositi per l’anno nuovo era prevista una tappa nella Capitale Europea della Cultura 2019 e così, quando un gruppo di amiche mi ha proposto un weekend proprio lì, ho pensato che era giunto il momento di farlo.

La prima volta che mi sono imbattuta nella bellezza di questa città è stata quando al cinema ho visto il film di Mel Gibson “La Passione di Cristo”, avevo 18 anni e rimasi impressionata da quel  paesaggio quasi irreale. Qualche anno dopo, quando ho scelto come argomento per la mia tesi di laurea il cineturismo, per forza di cose ho dedicato ampio spazio al “caso Matera”, emblema della rigenerazione urbana, anche grazie alle produzioni cinematografiche. Finché non ci ho messo piede però, non avevo idea di quanto fosse straordinaria, dell’energia che trasmette ogni pietra ad ogni passo.

Veduta di Matera

La guida che ci ha accompagnato, ci ha spiegato la storia della città, sin dal 1952 con il provvedimento di De Gasperi per lo sfollamento dei Sassi, con una legge speciale, la costruzione dei nuovi rioni, lo spostamento della popolazione e l’abbandono di quelle che erano state le case di migliaia di persone. Ho compreso appieno questa decisione nel momento in cui sono entrata in una tipica casa grotta: oggi sono stati riproposti una serie di esempi di come vivevano le famiglie a quel tempo, visitabili con l’ausilio di una audio guida che spiega nei particolari ogni angolo dell’abitazione. Per capire le condizioni di vita, sono state installate anche delle riproduzioni di animali domestici, di grandi dimensioni, (come ad esempio un cavallo), posti all’interno dell’abitazione, a una manciata di passi da dove dormivano e mangiavano le persone. Ogni particolare è curato e rappresenta al meglio come si viveva a quei tempi: la cucina, la cisterna che serviva a raccogliere l’acqua piovana, gli arredi originali dell’epoca, il braciere utilizzato per riscaldarsi. La cultura rurale dunque, espressa al meglio da queste case grotta, oggi visitate dai turisti, ma un tempo soluzioni abitative per le famiglie.

L’interno della casa grotta
La cucina nella Casa Grotta

Ad ogni passo Matera è una continua scoperta: chiese antiche, ampie piazze, strade lastricate e paesaggi mozzafiato, con un contrasto di colori che rende il tutto ancora più suggestivo. Predominano le tonalità chiare, in contrasto con il cielo azzurro e il verde della natura nella quale è immersa. Nel 1993 i Sassi di Matera e il Parco Archeologico e Naturale delle Chiese Rupestri, sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità Unesco (il primo sito Unesco dell’Italia meridionale), infatti essi sono una testimonianza unica dell’attività umana. Qui si percepisce lo spirito di adattamento e sopravvivenza, la cultura contadina al massimo della sua espressione.


Cattedrale della Madonna della Bruna e di Sant’Eustachio

Durante la visita guidata, siamo stati accompagnati anche nel Palombaro Lungo,  la riserva d’acqua della città antica, un luogo che non avrei mai immaginato di poter visitare. Siamo scesi nelle viscere di Matera, in un mondo sotterraneo dove in passato venivano convogliate le acque piovane e sorgive, condotte poi tramite canali e cisterne in tutta la zona dei Sassi.

A pochi chilometri dal centro, immerso nel verde, c’è il bellissimo Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri, uno scenario caratterizzato da rocce, in un’atmosfera quasi fiabesca, dove grazie all’aiuto della guida turistica abbiamo scoperto un gioiello dal valore inestimabile: la Cripta del Peccato Originale. Si tratta di una grotta un tempo adibita a luogo di culto, nella quale sono stati dipinti un ciclo di affreschi, ben 500 anni prima di Giotto, realizzati da un artista conosciuto come il Pittore dei fiori di Matera.

Ma a Matera non è solo la cultura contadina ad essere protagonista, qui si respira a trecentosessanta gradi!  Durante il mio soggiorno nella Capitale Europea della Cultura, ho avuto l’opportunità di visitare la mostra di Salvador Dalì “La persistenza degli opposti” dislocata in vari punti della città, tra chiese, piazze e punti panoramici. In ogni angolo mostre,artisti di strada, musica, tutto per narrare al meglio la meraviglia di questo luogo che ha saputo rialzarsi e diventare un esempio virtuoso di riqualificazione urbana. Nel 2008 è iniziato il percorso di Matera per la candidatura a Capitale Europea della Cultura e nel 2014 c’è stata la sua designazione.

Un orologio molle di Salvador Dalì

A 11 anni di distanza, Matera ha l’attenzione del mondo per il suo paesaggio, la sua cultura, la sua innata bellezza, è il simbolo della rinascita, del riscatto, del Sud dalle mille risorse. Passeggiando tra i vicoli ho visto migliaia di persone provenienti da ogni angolo del globo che guardavano ammirati uno dei simboli dell’Italia nel mondo, protagonista di pellicole cinematografiche, di mostre dal respiro internazionale.

Oggi Matera si mostra al mondo in tutto il suo splendore e mi spiace di non aver avuto abbastanza tempo per conoscerla nella sua completezza, perché cose da vedere ce ne sono davvero tante! Ma ho aggiunto un nuovo proposito nell’elenco: tornarci al più presto.

Articolo pubblicato su Marketing del Territorio by Mailander

Ti potrebbe piacere: